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di Vincenzo Tosello

Che la scuola sia importante, anzi fondamentale, per la vita di un Paese, per il suo presente e ancor più per il suo futuro, dovrebbe essere scontato. Ma dall’attenzione data solo sporadicamente nei mesi scorsi ed ora tardivamente, non sembrerebbe proprio. Parliamo evidentemente di tutta la scuola e di tutte le scuole, dai primi anni all’Università, da quelle statali a quelle non statali, le paritarie in particolare, che stanno soffrendo più di altre. Al proposito, è il caso di ricordare che una maggiore attenzione per queste sarebbe necessario prima che …debbano chiudere tutte. Un equo sostegno sarebbe loro dovuto almeno per rispetto alla libertà d’insegnamento garantita dalla Costituzione e per rispetto ai genitori che le scelgono ma restano costretti a pagare, oltre alla retta dell’istituto, le tasse per la scuola statale che i loro figli non frequentano (ma su questo discorso molti continuano a restare sordi, in alto e in basso…). Ebbene, la scuola, dunque, come cardine fondamentale per la formazione delle nuove generazioni. Dopo mesi di chiusura il 1° settembre si sono aperti i cancelli per i docenti e il personale, ma anche, almeno in qualche caso, per gli alunni dei “corsi di recupero”, che invece molti presidi hanno deciso di effettuare on-line, dato il ritardo nelle indicazioni e nell’allestimento delle aule. Questo, infatti, è il punto cruciale. All’apertura ufficiale e generale dell’anno scolastico, il prossimo 14 settembre (ma in molte regioni del Sud si rinvia a dopo le elezioni…), mancheranno vari tasselli per comporre il delicato mosaico del mondo della scuola. In attesa di altre indicazioni più precise promesse dal Ministero dell’Istruzione e da quello della Salute, pare intanto che non sia necessario indossare le mascherine per i bambini della scuola primaria e neanche per quelli della secondaria finché si resta sui banchi e si mantiene il distanziamento. Dev’essere assicurato un “referente Covid” in ogni istituto; la temperatura potrà essere misurata a casa e comunque i genitori dovranno garantire l’assenza di contatti sospetti; stanno arrivando i banchi monoposto…; i mezzi di trasporto potranno ospitare fino all’80% della capienza; ecc. Ma una questione per ora irrisolta è quella delle cattedre vuote, che si contano a decine di migliaia, vuoi per il mancato completamento delle chiamate, vuoi per le crescenti richieste di esonero dei “soggetti fragili”. Tra tanti rompicapo e tante incombenze per i dirigenti, il compito della prevenzione e della sorveglianza dovrà essere il più possibile condiviso, augurandoci che gli inevitabili casi di contagio siano il minor numero pensabile. Intanto quest’anno alle elementari si abbandonano i voti e si torna ai giudizi; e in tutte le scuole, dalle materne ai licei, viene inserita l’educazione civica. Un’occasione in più per educarci tutti alla corresponsabilità per il Paese.  

V.  T.