Chioggia – Settore ittico

Per favorire l’assunzione dei giovani e il ricambio generazionale

Riduzione contributiva fino al 100% nel primo anno di attività per favorire l’assunzione dei giovani o degli operatori esodati, ma anche ammortizzatori sociali stabili per assicurare tutele salariali come avviene per tutte le altre categorie di lavoratori. Su questi due binari dovrebbero viaggiare le politiche per l’occupazione rivolte al settore ittico, secondo Confcooperative Fedagripesca, voce che rappresenta più di 3.000 soci, oltre 300 milioni di Euro di fatturato e l’80% della base produttiva a livello nazionale. Per il 73% attiva nel settore pesca e commercio dei prodotti ittici, con oltre il 17% che lavora nell’acquacoltura e il 10% che opera nella ricerca e nei servizi ai pescatori. Dal comandante al mozzo sono tante le figure professionali che le imprese ittiche faticano a trovare. Mancano anche giovani imprenditori disposti ad investire nella filiera. Colpa di un ricambio generazionale difficile da attuare. Per questo è indispensabile che la proposta di legge Carloni venga estesa anche al settore ittico.

La proposta di legge dell’on Mirco Carloni. presidente della commissione Agricoltura della Camera dei Deputati mira, infatti, a sostenere solo gli under 40 nell’intraprendere l’attività agricola. Per l’aumento dei costi di produzione, per una normativa europea spesso impossibile da decifrare ma castrante, per il tipo di lavoro troppo usurante, la flotta da pesca nazionale si è ulteriormente ridotta nell’ultimo decennio scendendo alle 11.807 imbarcazioni del 2022, pari al 16% circa della flotta Ue (81.071 unità), con una contrazione complessiva superiore al 20% nell’ultimo decennio, con il conseguente calo degli occupati.

I pescatori imbarcati, infatti, sono circa 22 mila, di cui circa 19.000 a tempo pieno (10 anni fa erano circa 30.000, il 16% in meno), mentre quelli che operano a terra sono oltre 100 mila, per un totale che si aggira attorno ai 125 mila lavoratori (escluso l’indotto). Chioggia prima marineria dell’Adriatico segue in percentuale pari, pari questi dati!   Per la cooperazione è importante favorire in tutti i modi, a partire dalla formazione scolastica, il coinvolgimento dei giovani nella pesca e nell’acquacoltura facendo leva sull’enorme potenzialità dell’economia blu. “L’Italia si colloca al terzo posto per valore aggiunto tra i Paesi europei, con il 13,5%. La filiera ittica con le sue 33.601 imprese rappresenta il 15% dell’economia del mare. I giovani occupati sono 3.253 e rappresentano il 9,7% delle filiere dell’economia blu”.Occorre mettere in atto – afferma Paolo Tiozzo, vicepresidente Confcooperative Fedagripesca- politiche attive del lavoro in grado di assicurare il rinnovo degli equipaggi, che oggi faticano sempre più a formarsi, favorendo l’apporto di giovani e di manodopera specializzata anche di nazionalità diversa da quella italiana ed europea, agevolandone gli imbarchi anche nelle posizioni di comando attraverso le necessarie modifiche delle disposizioni in materia di lavoro marittimo e di titoli professionali”. 

Ruggero Donaggio