Cammino sinodale

Al termine del Comitato nazionale, il segretario mons. Valentino Bulgarelli : “Stiamo mettendo a tema i contenuti emersi nella fase di ascolto

Si è riflettuto assieme sui linguaggi e sulla comunicazione per “incarnarsi nella realtà” nell’annuncio del Vangelo. Punto fermo, la consapevolezza che “la missione non è proselitismo ma essenza costitutiva della Chiesa”. Quindi, la catechesi con la necessità di andare oltre il modello scolastico dell’iniziazione cristiana, l’aggiornamento della formazione dei presbiteri sviluppando l’idea di comunità vocazionali e la creazione di spazi formativi comuni tra laici e presbiteri e presbiteri e vescovi. Ecco la traccia dei lavori del Comitato nazionale del Cammino sinodale, che si è svolto a Roma, il 24 e il 25 febbraio. Ne parliamo con mons. Valentino Bulgarelli, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale e sottosegretario della Conferenza episcopale italiana (Cei), che del Comitato è segretario. Seguendo il tema della corresponsabilità – riferisce -, è emersa la necessità di realizzare approfondimenti su alcuni nodi specifici, quali gli organismi di partecipazione e i vari ministeri. Poi, le riflessioni hanno toccato le strutture parrocchiali e la loro articolazione. Con uno sguardo alla gestione dei beni della Chiesa con la consapevolezza che si evangelizza anche utilizzando bene le risorse. Tutto ciò, seguendo uno stile ben determinato, quello di Evangelii Gaudium.
In questi mesi, verrà preparata una sintesi di tutti i contributi elaborati a diversi livelli che sarà portata all’Assemblea Generale della Cei, in programma a maggio. Arricchita dal confronto tra i vescovi, questa sarà presentata al Consiglio permanente di settembre e poi servirà da base per la prima assemblea sinodale prevista dal 15 al 17 novembre 2024.

Qual è stata l’articolazione dei lavori?
Il Comitato si è costituito in cinque commissioni di lavoro: “La missione secondo lo stile della prossimità”, “Linguaggio e comunicazione”, “Formazione alla fede e alla vita”, “Corresponsabilità e ministerialità”, “Il cambiamento delle strutture”. Lo si è fatto tenendo conto di cinque macro-temi delle linee guida: “La missione secondo lo stile di prossimità”; “Il linguaggio e la comunicazione”; “La formazione alla fede e alla vita”; “La sinodalità permanente e la corresponsabilità”; “Il cambiamento delle strutture”. Si è fatto il punto sullo stato dei lavori. Il comitato sta mettendo a tema cosa è emerso nella fase narrativa. Il tentativo è quello di affinare, alla luce del mandato, questi cinque macro-temi che vanno a toccare tante questioni.

L’obiettivo è quello di leggere meglio gli argomenti sui quali poi le comunità fanno proposte ai vescovi.

Qual è il passaggio più delicato?
Sostenere le Chiese locali nel fare proposte sui 5 temi. È quello che stiamo cercando di fare con il Comitato e con la Presidenza. Le Chiese locali sono al centro del Cammino. L’invio da parte loro di proposte sui 5 punti o su altro sarà il banco di prova per vedere se questo stile di lavoro ha funzionato.

E in quale fase ci troviamo?
Stiamo vivendo, dopo la fase narrativa, quella sapienziale, cioè l’esercizio del discernimento sulle proposte. La fase di ascolto dovrebbe portare a cogliere la tipologia di proposte da fare per annunciare il Vangelo. Nelle riflessioni, attese per la fine di aprile, si innesteranno i contributi, le esperienze vissute, le proposte immaginate dalle diocesi. Un grande discernimento ecclesiale che porterà all’Assemblea generale della Cei del maggio 2024. Da questa fase passeremo verso le prossime assemblee sinodali e lì avverrà un iter dove queste proposte verranno riconsegnate alle Chiese locali, dopo il discernimento dei vescovi, per una restituzione in modo da cogliere i punti su cui lavorare nella fase della ricezione.

Un consiglio dalla sua prospettiva di segretario del Comitato?
Spero che le Chiese locali, ogni battezzato e ogni presbitero, possano avere colto quest’opportunità per contribuire all’annuncio del Vangelo. In gioco c’è un cambiamento nel metodo ecclesiale: non più indicazioni dall’altro, ma dal basso. Indicazioni che vengono approfondite, con l’ascolto del Popolo di Dio, e decise insieme. Per annunciare assieme il Vangelo.

Filippo Passantino