Capitale Italiana della Cultura

Lunedì 31 gennaio scorso il segretariato generale del Ministero della Cultura ha pubblicato il decreto con i nomi (in ordine alfabetico) delle 10 città finaliste aspiranti al titolo di Città della Cultura per il 2024 e fissato il calendario delle audizioni. 

Il 3-4 marzo prossimo le rispettive delegazioni saranno sentite dalla giuria nominata dal ministro Dario Franceschini in videoconferenza con diretta sul canale YouTube del Ministero della Cultura: 60 minuti per ogni città (30′ per la presentazione del progetto; 30′ per rispondere alle domande della giuria).

Chioggia sarà sentita il prossimo 3 marzo dopo Ascoli Piceno e prima di Grosseto, Mesagne, Pesaro e Sestri Levante; mentre Siracusa, l’Unione dei Comuni di Pestum-Alto Cilento, Viareggio e Vicenza il giorno dopo.

“Una felicità immensa! – Scrive il sindaco Mauro Armelao su facebook. – Siamo in finale, Chioggià è in finale! Ora tutti a lavorare in vista dell’audizione del 3 marzo per convincere la giuria a scegliere la nostra città. Un mese di tempo per sviluppare ancor più lo splendido lavoro che fin qui è stato fatto, che ha premiato l’intuizione del gruppo promotore”. 

“Sapere che, per la prima volta, su 10 città candidate al riconoscimento di ‘Capitale italiana della cultura’ per l’anno 2024 due sono venete, oltre che rendere orgogliosi, testimonia anche il valore dell’immenso patrimonio culturale posseduto dalla nostra Regione, capace di esprimere, attraverso due città dalla storia secolare e dai tratti identitari diversi e ugualmente molto forti, Vicenza e Chioggia, il suo carattere estremamente articolato”. 

Scrive il presidente della Regione Luca Zaia lo stesso giorno della pubblicazione dei 10 nomi delle Città finaliste. “Sono orgoglioso di leggere i nomi di Chioggia e Vicenza tra le dieci finaliste per il titolo di Capitale Italiana della Cultura. -Scrive l’assessore alla cultura della regione Veneto, Cristiano Corazzari, nel suo c.s. dello stesso 31 gennaio. – “Si tratta di due realtà molto diverse, una città d’acqua, Chioggia, tra le altre cose capitale della pesca e Vicenza, conosciuta nel mondo per i capolavori del Palladio.  Ringrazio le due città per il lavoro fin qui svolto. Hanno saputo presentare dossier di candidatura, ‘Chioggia, sale di cultura’ e ‘Vicenza 2022 La cultura è una bella invenzione’, che hanno messo in evidenza la loro vocazione culturale e identità veneta. Due ‘venete’ che contribuiscono a rendere la nostra regione ricca di storia, arte, cultura e tradizioni. Siamo al loro fianco verso il titolo di Capitale italiana della cultura per l’anno 2024”. 

Appena appresa la notizia Pino Penzo, che fa parte del Comitato promotore, ha dichiarato a caldo con entusiasmo: “È un sogno che diventa realtà! Come cittadini di Chioggia e come gruppo promotore di questa candidatura siamo felici e profondamente orgogliosi. Eravamo consapevoli di aver fatto un buon lavoro e l’ingresso nella rosa delle prime 10 è già un grande riconoscimento. Ora arriva la parte più adrenalinica della sfida. Le finaliste sono tutte città molto interessanti e l’audizione sarà un banco di prova impegnativo che l’amministrazione comunale e il project manager sapranno gestire al meglio. Ma siamo anche certi che il nostro progetto prenderà forma comunque, perché in città il processo di trasformazione è avviato. Ci auguriamo che sia da parte dell’amministrazione comunale che da parte dei cittadini ci sia la presa di responsabilità per migliorare la città in tutti i suoi aspetti fondamentali, prerequisiti essenziali per continuare il percorso verso la trasformazione di questa città”. 

Da settimane protagonista sulla stampa internazionale, Chioggia dimostra anche con questa candidatura di poter essere interpretata ben oltre la definizione di ‘piccola Venezia’. 

Collocata in un’area geografica unica al mondo, tra il mare Adriatico e la laguna di Venezia, si fregia di una storia bimillenaria in cui la dimensione ambientale si intreccia con quella culturale e può vantare perle sconosciute come la Torre dell’Orologio del Campanile di Sant’Andrea che conserva l’orologio da torre più antico al mondo. 

Ruggero Donaggio