In merito all’episodio di aggressione al medico a Chioggia 

Intervento del vescovo Adriano

Chioggia è stata ancora una volta sulle prime pagine dei giornali per un fatto grave. Passato qualche giorno da quel clamore che non dà alcun apporto alla soluzione del problema, forse potrebbe essere utile qualche considerazione specifica da chi di dovere, senza lasciarsi, come troppo spesso accade, prendere dalla facile tendenza a generalizzare e politicizzare il problema.

Mi torna alla mente l’espressione dell’antico poeta latino Virgilio (Eneide II, 65-66), che partendo dallo spergiuro di Sinone trae motivo di riprovazione per tutti i Greci: ‘ab uno disce omnes’ («da uno conoscili tutti»). Questo ‘procedimento’ è definito un ‘sofisma’ per cui da alcuni particolari forniti dall’esperienza si derivano proposizioni universali. Per es.: «Alcuni uomini sono cattivi, dunque gli uomini sono cattivi». Ritengo che questa tendenza alla generalizzazione dei giudizi, oltre che non giovare alla soluzione del problema, non sia sempre ‘innocua’.  Credo che non è raro che funzionari statali come forze dell’Ordine, medici, impiegati pubblici ricevano tante volte ‘violenze’ verbali e fisiche nell’esercizio de loro servizio, insieme a ricevono insulti di vario genere. E non solo loro.

Come per altri casi l’intervento di chi di dovere deve essere ‘mirato’ alla situazione prendendo le misure in ragione della situazione che ha generato il problema. Forse di quella situazione si è parlato poco o nulla per comprendere la causa remota e prossima che forse ha scatenato la reazione violenta e sproporzionata. Le offese gravi restano e il responsabile ne deve rispondere.

Mi chiedo se davvero la reazione non ci sarebbe stata se il controllore INPS fosse stato un altro. In ogni caso si deve prendere atto che c’è molta strada fare, e che richiederà tempo, per educarci al rispetto verso ogni diversità: religiosa, etnica, culturale, economica, partitica. Pensiamo quanto pesa in tutte le società la contrapposizione tra famiglie, tribù, classi sociali e popoli.

Credo che non venga un grande apporto alla progressiva soluzione del problema ricorrere troppo spesso al sofisma “da uno conoscili tutti”, affibbiando giudizi generali a intere comunità civili o politiche. Credo invece che interiormente lo aggravi! Come dai tanti casi di accoglienza non si deduce che tutti siamo accoglienti, cosi dai casi di ostilità non giova gridare che tutti sono razzisti.

Giova trovare le vie che disinnescano tensione e maturano atteggiamenti di rispetto reciproco tra le diversità di ogni tipo. 

+ Adriano Tessarollo   

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