francesco coppola

Musici pugliesi

“Exatone apology”, di Francesco Coppola

Francesco Coppola, classe ’77, pugliese di origini ma chioggiotto d’adozione (lavora come insegnante presso l’istituto Comprensivo Chioggia 3 – sede “Olivi”), ha la musica nel sangue e nel cuore. Sassofonista e amante del sassofono da sempre, musicista da ancora prima di nascere, si è ritrovato al centro di un interessante progetto; iscritto alla Siae come compositore, ha composto il suo brano di esordio, “Exatone Apology”, inciso dai Musici Pugliesi nel loro primo lavoro discografico dal titolo “Tuttodunfiato”, edito dall’etichetta “Farelive” di Matera nel dicembre 2020.

Vediamo di capirne di più. Intanto chi sono i Musici Pugliesi? Sono un gruppo musicale formatosi nel 2020, composto da venti giovani artisti uniti dall’esperienza vissuta nell’omonimo progetto formativo firmato dall’Associazione Formazione di Noci (Bari). Ognuno di loro ha già maturato diverse esperienze in campo musicale, essendo alcuni, tra l’altro, anche vincitori di vari concorsi nazionali ed internazionali. L’ensemble ha subito suscitato grande interesse ed entusiasmo da parte dei compositori, tutti italiani, che hanno adattato le loro opere o hanno scritto nuove partiture dedicate proprio a loro. Il loro primo disco “Tuttodunfiato” è uscito il 1° dicembre 2020 ed è disponibile sul sito www.farelive.com.

Di che cosa parla il brano “Exatone Apology”? Da un punto di vista più tecnico, si tratta di una composizione formata da intervalli di soli toni; è anche chiamata anemitonica, cioè priva di semitoni. Nessun suono ha più importanza rispetto all’altro a livello tonale, tutte le tensioni modali vengono annullate per creare una sorta di sensazione di smarrimento. Proprio per questa caratteristica ha creato da sempre non poche critiche e diatribe sul suo uso tra gli esperti del settore musicale. Da un punto d vista meno tecnico, è un viaggio: viaggio all’interno della storia (e della geografia) della musica, viaggio anche all’interno di se stessi e, perché no?, viaggio che può portare anche fuori da se stessi fino all’Altro. Si parte perciò dalla fredda e austera Russia, con il trombone; si passa poi alle atmosfere orientali e si approda a Roma, sia nella versione più sinfonica che nella versione più strettamente popolare; Chopin poi ci traghetta verso ritmi più jazz… e infine si ritorna in Russia, da dove è iniziato il viaggio, ma con una ricchezza e una varietà in più rispetto all’inizio e tutta quell’amalgama di suoni, toni e ritmi assume un nuovo grande significato. Esattamente come un po’ il cerchio della vita: si parte da dove si è iniziato, ma non si è più gli stessi.

Grazie a Francesco per aver condiviso con noi questa sua prima opera.  

Viviana T.