DDL Concorrenza

Un’enorme matassa da sbrogliare, passata dalle mani di Conte a quelle di Draghi.

Con l’ approvazione  del d.d.l. per  “il mercato e la concorrenza” per l’anno 2021- 2022  il Consiglio dei Ministri ha scongiurato ancora una volta l’applicazione della Bolkenstein, la direttiva europea del 2006, che obbliga a bandire gare per concedere in concessione beni pubblici come le spiagge nazionali.

Salvate 30.000 imprese in Italia, tra queste 850 concessioni balneari venete, che rischiavano di andare all’asta da un giorno all’altro e per il titolari il blocco di qualsiasi  attività imprenditoriale se non il fallimento.

L’avvicendamento dei titolari le concessioni previsto  dalla Bolkenstein ha la funzione di impedire concessioni lunghe che diventano veri e propri monopoli e canoni irrisori da parte degli Stati concessionari;  a detta degli imprenditori italiani, che sottolineano la specificità delle coste italiane, essa  impedisce solo gli investimenti.

Per alcuni “una vittoria di Pirro”, perché  le concessioni demaniali sono prorogate al 2033 secondo la legge 145 e, prima o dopo, questa data arriverà e la legge dovrà essere applicata.

L’Unione europea non transige! Nè demorde! Lo insegnano le misure d’inflazione comminate all’Italia per la ritardata ed errata applicazione delle quote latte nell’agricoltura e le ritardate limitazioni per la pesca.

Ma questa volta nel decreto c’è una cosa che fa ben sperare di arrivare pronti al 2033.

Entro sei mesi dovrà essere fatta la tanto attesa “mappatura” di tutte le concessioni in essere. Dopo tale periodo dovrà essere definitivamente conclusa l’ “operazione trasparenza”.

Si dovrà avere, cioè,  un quadro chiaro di chi  detiene le concessioni, da quanto tempo e quanto paga di canone.

Per gli imprenditori nostrani “la proroga fino al 2033 dall’entrata in vigore della Bolkenstain, la previsione del Pnr di agevolazioni e contributi a fondo perduto aprirà la strada ad importanti ed ulteriori investimenti nei nostri litorali”.

R.D.