Economia

I consumi si sono fatti più selettivi e intelligenti, ma non sono mancati. La liberata circolazione delle persone ha fatto riprendere i flussi turistici, il vero petrolio italiano.

Ricapitolando: le cose non andavano già bene un anno preciso fa, quando la pandemia continuava a soffiare il suo gelido alito in tutto il mondo, le cosiddette “catene di approvvigionamento” si erano spezzate (il caos in Cina la causa principale), i trasporti marittimi erano andati in tilt e le materie prime avevano iniziato una corsa al rialzo da paura.
In questo contesto di crisi economica globale, l’invasione russa dell’Ucraina è stata un po’ il colpo di grazia: da qui la decisa (e inaspettata) presa di posizione dell’Occidente contro Mosca, che a sua volta era la principale – e a volte unica – fornitrice di gas metano per diversi Paesi europei, Italia compresa. Per riassumere le conseguenze che ci hanno toccato: costo del gas e dell’elettricità (prodotta in grandi quantità bruciando metano) alle stelle; inflazione schizzata al 10%; un rincaro delle materie prime e di tutto ciò che ne deriva che rischiava di lasciarci in ginocchio.
Era questo il calcolo di Putin: opinioni pubbliche occidentali in fermento per inflazione e perdite del posto di lavoro, che si rivoltano contro i loro governanti. Per una serie di circostanze, questo non è avvenuto, almeno finora. Alle bollette triplicate abbiamo reagito stringendo poderosamente la cinghia dei consumi, sia quelli privati sia quelli industriali che si sono fatti più “intelligenti”. Abbiamo trovato nuovi fornitori di materie prime, abbiamo dato un forte impulso alle fonti alternative, abbiamo sopportato l’impoverimento provocato dall’inflazione senza scatenare proteste di piazza e rivendicazioni salariali pesanti.
Ci ha aiutato un inverno che è sembrato più un lungo autunno che altro. L’industria ha continuato a tirare senza sosta, il prodotto interno lordo italiano continua a stupire: viene previsto ad una certa cifra che si rivela ogni volta più alta. I consumi si sono fatti più selettivi e intelligenti, ma non sono mancati. La liberata circolazione delle persone ha fatto riprendere i flussi turistici, il vero petrolio italiano.
A preoccupare ora è il resto del mondo. La Cina non si è ancora ripresa da un’insensata politica di contenimento del Covid; la guerra c’è tuttora e può fare ancora molti danni; il presidente americano Joe Biden ha stanziato una cifra colossale per sostenere la manifattura e i consumi made in Usa, creando una situazione di enorme competizione con il made in Europe. Laddove l’Unione Europea ancora una volta si è rivelata un coacervo di individualità e non un coeso sistema comune.
Ma la notizia della nostra morte è stata fortemente esagerata. Lo diciamo qui e ora, speriamo di ripeterlo tale e quale tra un anno preciso.

Nicola Salvagnin